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FALERII NOVI (Fabrica di Roma)

 

PRENOTATE UNA VISITA GUIDATA NELLA TUSCIA- Tarquinia - Palazzo Farnese a Caprarola - Civita di Bagnoregio
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Quando nel 241 a.C. le truppe romane riuscirono ad espugnare il sito di Falerii (l’odierna Civita Castellana) naturalmente bastionato, obbligarono la popolazione a trasferirsi in pianura a circa 5 km. di distanza. E qui nacque dal nulla la seconda Falerii che per distinguerla dalla prima fu chiamata dagli studiosi Falerii Novi. I suoi resti sono grandiosi: una cinta muraria di forma trapezoidale perfettamente conservata, costituita da grandi blocchi di tufo rosso in opera quadrata si estende per 2108 m. con 50 torri quadrate e un fossato sul lato orientale. L’entrata e l’uscita avvenivano tramite nove porte sempre difese ai lati da torri sporgenti. Le principali erano quattro, per le quali passavano due importanti vie di comunicazione del territorio falisco e che all’interno dell’abitato costituivano gli assi del Cardo (Via consolare Amerina) e del Decumanus.
faleri_n.jpg (10841 byte)Tra esse particolare interesse hanno: la cosiddetta Porta Giove che nell’utilizzo dell’arco, è uno dei primi esempi d’Etruria e nella chiave di volta ha una testa riconosciuta per quella del Dio e la Porta Bove (angolo meridionale) per il concio superiore sagomato a testa di bue.
I resti archeologici riportati alla luce da scavi compiuti per lo più nel secolo scorso sono spesso interrati (l’intera area urbana è oggi un esteso campo coltivato), ma sono visibili tracce dell’abitato, del teatro, delle vie urbane.
Il monumento più visibile è la chiesa romanica di S. Maria di Falerii e il complesso dell’abbazia adiacente ed è tutto ciò che rimane di questa città che, devastata dai Normanni nel X secolo, venne abbandonata ridando vita a Civita Castellana, l’antica sede dei padri.
Le necropoli (IV - III sec. a.C.) sono attorno all’abitato specie sui fianchi dirupati prospettanti il Rio Purgatorio e a Pradoro: ipogei preceduti da un dromos con celle funerarie semplici e loculi alle pareti. Qualche tomba ha un ingresso porticato e colonne o pilastri di sostegno al centro dell’ambiente sepolcrale.

 



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Testo: P. GIANNINI (A.G.Tur.) per Amm.ne Prov. di Viterbo

Fonte dati e immagini Amm.ne Prov. di Viterbo